La ricerca famelica di un altrove, l’oscurità che consuma il corpo ed una passione ferina. Liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Paul Bowles (reso celebre dalla trasposizione cinematografica di Bertolucci), questo spettacolo porta in scena un viaggio reale e metaforico nelle vastità sconfinate del Sahara. Protagonisti della rilettura sono il deserto più aspro e selvaggio e l’universo femminile, tra i quali si consuma una relazione intima e carnale. Parole, musica dal vivo e la sinuosità della danza mediorientale raccontano l’abisso sgretolato in granelli di sabbia e la ricerca del senso di un’esistenza nel levarsi della luna in cielo sopra le dune. Atmosfere e suggestioni che si disperdono con il suono dei tamburi, nel vento. In una dimensione ricca di riferimenti simbolici, le voci narranti di Monica Briganti e Mirko Ciorciari tratteggiano con intensità l’incontro tra femminile e maschile. Ad accompagnarle, le ricercate sonorità del percussionista Jader Nonni e le sperimentazioni coreografiche di Claudia Turroni – Amira e delle danzatrici della sua Accademia di Danza del Ventre Amira Danza.
Due amanti raccontano con una naturalezza disarmante della passione che li infiamma, mentre bramano il momento dell’incontro. Quel che ne risulta è un canto al rispetto e alla diversità, una preghiera alla rieducazione all’amore indirizzata agli uomini e alle donne di oggi. E un invito alla conoscenza di sé rivolto all’anima attraverso la sensualità del corpo.